sabato 3 marzo 2012


EMERGENZA GIOVANI

Perché sempre più ragazzi finiscono nelle prime pagine di giornali a causa di stupri, rapine, delitti, omicidi?
Qual'è la molla che all'improvviso è scattata a livello societario, dando il via a questo meccanismo mostruoso, in cui gli adolescenti odierni, non hanno nulla a che fare con quello che eravamo noi alcuni anni fa?
Ricordate che magari la cosa più grave che accadeva erano litigi stupidi che dopo qualche anno potevano essere valutati con una bella risata?
Ma nessuno di noi si sarebbe mai sognato di derubare una vecchietta, o fare altri atti contro quello che ci era stato insegnato dai nostri genitori: la nostra ribellione era un metterci in mostra piuttosto innocuo, che non causava danni alle persone, e anche quando avvenivano litigi, non sfociava in risse a mano armata, o se accadeva, era molto raro. Tutto era concentrato in una richiesta di rispetto che nasceva da altri meccanismi, meno cruenti. E allora, all'improvviso, cos'è cambiato?
I ragazzi di ora non hanno visto la guerra, non hanno patito la fame, non hanno avuto gravi carenze materiali...
Ma...
Sono figli di un nuovo bene molto raro, che crea profondo disagio e grande senso di abbandono: la mancanza dell'attenzione e a volte della guida concreta di un genitore.
A livello societario prima si stava piuttosto bene economicamente, e questo permetteva una cosa importante: bastava il lavoro del marito a mantenere la famiglia, e questo significava una vita dignitosa, e una madre sempre accanto ai figli, che li guidava passo passo, senza subire le ansie della società in corsa che c'è ora.
Significava che i figli avevano una guida, un punto di riferimento, un adulto sotto gli occhi da emulare, e da cui prendere esempio come modo di vivere, di agire.
Difatti ogni persona è la somma di quello che ha vissuto, delle sue esperienze e reazioni ai fatti, e detto questo, c'è bisogno di una precisazione: un ragazzo che impugna il coltello in strada non credo che abbia un padre che fa altrettanto in casa, non così spesso.
Un ragazzo che scatena la sua aggressività con questi atti eclatanti, è ancora una volta un bambino che non si è sentito amato, e che attrae con quell'atto non solo l'attenzione dei suoi genitori, ma anche quella della società, ed il messaggio è chiaro, “Io sono forte, visto? Di voi non me ne faccio nulla.”
Mentre magari, dentro di loro, sono furibondi perché non desiderano altro che amore e attenzioni, e non solo quando fanno qualcosa di male, ma anche quando riescono a fare del buono, e questo perché tutti hanno bisogno di esistere perché sono capaci di fare qualcosa di buono.
Forse tutto questo avviene perché si è passati dal controllo forse asfissiante che c'era su di noi da bambini, al lasciare i ragazzi a se stessi, pensando di fare qualcosa di migliore per loro, perché noi stessi desideravamo più libertà... e poi i ragazzi di oggi sono più intelligenti, non hanno bisogno di certe attenzioni.
In realtà c'è da cercare e trovare un equilibrio, e soprattutto insegnare ai figli quella capacità di chiedere amore nel modo giusto. E allora la cornice sarebbe diversa, non avremmo più un quadro tarlato e rovinato, ma un legno lavorato sapientemente, pregiato, all'interno del quale non può nascere altro che un capolavoro.
C'è da rifletterci. Vero?




2 commenti:

  1. Quello che so è che i giovani sono i più vulnerabili...se sei adulto hai la capacità di discernere...inveca gli adolescenti sono continualmene bombardati di sesso, violena e cattivi maestri..

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  2. non è sempre così niki, non dare per scontato che gli adulti siano capaci di discernere.
    un adulto che non riesce a captare determinati segnali da un figlio è un dato di fatto che emerge in molte cronache, anche se spesso in realtà credo ci siano di mezzo cose peggiori, come ò'essere troppo presi dalle proprie cose, e il non voler vedere.
    il fatto è che le persone sono tutte diverse, e che vengono da cornici emozionali diverse. non è semplice fare un vero tracciato di quello che di fondo è il motivo di questo peggioramento...

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